Ogni anno, l’Institute of Management Development (IMD) pubblica lo Smart City Index, un’analisi dettagliata delle principali città intelligenti in tutto il mondo.
Quest’anno, sono state 142 le città esaminate sotto la lente dello sviluppo tecnologico e della soddisfazione dei cittadini rispetto alle innovazioni implementate.
Come l’anno precedente Zurigo fa da capolista, seguita da Oslo e Canberra. Il contesto italiano fatica invece a star al passo con il resto del mondo, la prima città intelligente del BelPaese si trova infatti al 78esimo posto ed è proprio Bologna!
I criteri di valutazione
Lo Smart City Index valuta diversi aspetti chiave di una città: salute pubblica, mobilità, attività ed eventi, opportunità lavorative e governance. In generale, considera tutti quei parametri che consentono una visione ampia dell’impatto della tecnologia sulla vita quotidiana e sulle infrastrutture urbane.
Le città intelligenti in vetta alla classifica di IMD dimostrano un’attenzione notevole nei confronti delle infrastrutture digitali all’avanguardia, vere e proprie reti di sensori per monitorare vari aspetti della vita urbana, dall’uso dell’energia alla qualità dell’aria, fino alla gestione del traffico e dei rifiuti. Città come Singapore e Seoul ad esempio hanno implementato sofisticati sistemi di raccolta dati e analisi per ottimizzare l’efficienza dei servizi pubblici e migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Smart sono poi le città che promuovono modalità di trasporto sostenibili, come il trasporto pubblico efficiente, le reti di biciclette condivise e l’adozione di veicoli elettrici. Amsterdam e Copenhagen sono esempi di città che hanno integrato con successo il trasporto pubblico con altre opzioni di mobilità, riducendo così la dipendenza dall’auto privata e migliorando la qualità dell’aria e la congestione stradale.
Un’altra caratteristica distintiva delle città intelligenti è sicuramente la partecipazione attiva dei cittadini nella pianificazione e nella gestione urbana. In questo, Reykjavik è una delle città più all’avanguardia al mondo: adotta infatti piattaforme digitali per coinvolgere i residenti nella co-creazione di politiche pubbliche e progetti urbani favorendo un maggiore senso di appartenenza alla comunità e una migliore comprensione delle esigenze dei cittadini.
Anche la sostenibilità è un criterio da tenere in considerazione per rientrare nella top ten delle smart cities mondiali. Metropoli come Oslo (seconda in classifica) e Vancouver sono pioniere nell’adozione di politiche ambientali innovative che mirano a ridurre le emissioni di carbonio e a preservare le risorse naturali per le generazioni future.
Le città intelligenti implementano infine modelli di governance innovativi, capaci di favorire la collaborazione tra settori pubblici e privati, nonché tra diverse parti interessate.
Città intelligenti: gli interventi futuri per implementare le smart cities italiane
Per il territorio italiano, i risultati sono irregolari: mentre Bologna si distingue come la più innovativa (riconosciuta per i servizi sanitari di qualità e per i notevoli progressi tecnologici) altre città come Milano e Roma registrano un declino significativo nelle loro posizioni.
Quando si parla di città intelligenti, l’Italia si dimostra quindi in rincorsa continua rispetto al resto d’Europa. Tuttavia, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stanziato dal governo sembra guardare al futuro delle smart cities con ambizione e determinazione.
Il PNRR ha stanziato oltre 10 miliardi di euro per progetti smart city, evidenziando l’importanza strategica di questo settore per il paese. Nonostante ciò è importante ricordare che, per realizzare pienamente il potenziale delle smart city non basta investire nelle infrastrutture digitali, ma è necessraio formare persone competenti in grado di utilizzare i dati e sfruttare appieno le potenzialità della tecnologia.
La transizione verso città più sostenibili e inclusive richiederà un impegno coordinato tra le amministrazioni pubbliche, il settore privato e la società civile.