Fare Impresa in Dozza (FID) di Fondazione Aldini Valeriani è un progetto attivo da oltre dieci anni presso il carcere di Bologna, rappresenta un’iniziativa innovativa che unisce formazione e reintegrazione sociale per i detenuti.
Nato dalla collaborazione tra grandi aziende del packaging – IMA, G.D e Marchesini Group – e successivamente sostenuto da FAAC, il progetto ha l’obiettivo di fornire ai detenuti competenze tecniche specifiche e abilità relazionali utili per un possibile reinserimento nel mercato del lavoro.
Grazie al supporto della Fondazione Aldini Valeriani (FAV) di Bologna, i partecipanti ricevono una formazione professionale mirata, che include l’assemblaggio di componenti meccaniche, preparandoli per una vita lavorativa al di fuori del carcere.
Fare Impresa in Dozza: un modello di successo
Fare Impresa in Dozza funziona come una piccola impresa, rispettando normative e retribuzioni equiparabili ai contratti nazionali.
Negli ultimi dieci anni, più di trenta detenuti hanno beneficiato di questo percorso, ottenendo una formazione e una retribuzione stabile. Oltre alla riduzione dei tassi di recidiva, scesi dal 60% al 10% tra gli ex detenuti che hanno partecipato al progetto, FID dimostra come la possibilità di imparare un mestiere abbia impatti positivi sulla vita delle persone, fornendo loro una prospettiva concreta di integrazione sociale.
I tutor, spesso tecnici ed ex dipendenti di aziende come IMA, G.D e Marchesini, affiancano i detenuti, contribuendo a creare un ambiente di apprendimento che simula una vera officina, dove il lavoro è percepito come un’occasione di riscatto.
Il supporto della Fondazione Aldini Valeriani e delle aziende bolognesi
La Fondazione Aldini Valeriani ha avuto un ruolo centrale nella nascita di Fare Impresa in Dozza, curando la formazione dei detenuti.
IMA, G.D e Marchesini Group, leader del settore packaging e fortemente radicati sul territorio bolognese, sono stati pionieri nel sostegno all’iniziativa, contribuendo alla creazione di una rete di supporto e collaborazione tra industria, scuola e carcere.
Con un modello aziendale che ha rinunciato al profitto in favore del valore sociale, queste realtà hanno dimostrato che l’imprenditoria può rispondere a bisogni sociali con interventi concreti e misurabili.
Grazie a loro e al costante impegno della FAV, FID è oggi un esempio di come l’impresa e il settore privato possano giocare un ruolo fondamentale nella promozione di un modello sociale più inclusivo.