Bologna ospiterà la casa delle tecnologie emergenti, un centro di trasferimento tecnologico che ha lo scopo di unire le competenze scientifiche delle università e degli enti di ricerca con le necessità delle imprese.
Il progetto, presentato dal Comune di Bologna in collaborazione con altri prestigiosi enti, si è infatti classificato al primo posto del Bando promosso dal MISE che ha stanziato complessivamente 80 milioni di euro.
Con Bologna alla guida, le 7 città selezionate nel 2022 si aggiungono a quelle già avviate negli passati: Matera, Bari, Torino, L’Aquila, Prato e Roma.
Casa delle tecnologie emergenti: un punto di incontro tecnologico a Bologna
La casa delle tecnologie emergenti di Bologna, per la quale sono stati richiesti al Ministero 13,7 milioni di euro, accoglierà un centro di trasferimento tecnologico, implementando l’efficienza dei settori strategici del territorio.
L’iniziativa tenterà di coinvolgere almeno 300 realtà, per un totale di oltre 1000 soggetti tra cittadini e studenti.
Industria 4.0 e incremento dei servizi urbani tipici delle Smart Cities, sono i primi reparti tecnologici che beneficeranno della politica di innovazione alimentata dalla CTE, consolidando il già progressista spirito bolognese.
Il progetto, già sviluppato in altre città italiane, ha lo scopo di radunare laboratori, aree di test e centri di ricerca in un unico luogo fisico centrale, il BIS-Bologna Innovation Square.
Centro innovativo della città, la “piazza dell’innovazione” sarà un ambiente interamente dedicato al confronto tecnologico e partorirà idee e soluzioni innovative per soddisfare le esigenze del mercato.
Questo spazio verrà affiancato da ambienti satelliti istituiti dai partner del progetto come Unibo, Birex, Creative Hub e tanti altri.
La casa delle tecnologie emergenti rafforzerà l’ecosistema dell’innovazione territoriale, convogliando opinioni, ricerche ed evoluzioni in un unico un punto tecnologico di riferimento, sfruttabile da startup, privati e partner per operazioni di testing ed esigenze di sviluppo.