Dall’alba dei tempi, gli uomini abbandonano la loro terra d’origine per cercare fortuna altrove.
È successo nel 1600 con i Pilgrim Fathers, partiti dall’Inghilterra per “educare” il Nuovo Mondo in cerca di terra fertile dove nutrire idee e possedimenti.
È accaduto alla fine del 1800, quando milioni di italiani hanno abbandonato il Belpaese per trovare fortuna negli Stati Uniti.
Accade anche oggi, ma con conseguenze ben più drastiche.
Dal 2015 infatti, la questione rifugiati rappresenta una vera e propria emergenza a livello europeo.
Negli ultimi sette anni, oltre un milione di persone ha messo a repentaglio la propria vita per raggiungere l’Europa, scappando da guerre e oppressione.
Questo fenomeno rappresenta necessariamente una minaccia o può essere considerato come un’occasione da cogliere al volo?
Vale la pena parlarne oggi, nella Giornata mondiale del rifugiato.
Che cos’è la Giornata mondiale del rifugiato?
La Giornata mondiale del rifugiato è stata istituita il 20 giugno del 2001, in occasione del 50° anniversario della Convenzione di Ginevra.
La Convenzione di Ginevra è tutt’oggi, l’unico strumento legale relativo ai diritti dei rifugiati. Il suo principio fondamentale è quello del “non- refoulement” ovvero l’impossibilità di respingere i rifugiati verso un Paese in cui la loro libertà potrebbe essere in pericolo.
La Convenzione espone molteplici diritti: al lavoro, all’istruzione, alla libertà religiosa, all’accesso alla giustizia, ecc.
Recentemente, la Commissione Europea ha inoltre stilato il Patto Europeo su Migrazione e Asilo, un documento programmatico (senza forza di legge) in cui sono esposte le linee guida che orienteranno l’impegno in tema di migrazione da oggi fino al 2027.
Istruzione e formazione: le armi inclusive dell’UE
Negli ultimi anni l’UE sta promuovendo diverse iniziative per favorire istruzione e formazione inclusive, concentrandosi in particolar modo su un riconoscimento più rapido dell’apprendimento e delle qualifiche linguistiche.
Dare ai rifugiati la possibilità di studiare e avere accesso a percorsi di istruzione e inserimento lavorativo è essenziale per favorire il loro percorso di integrazione.
Il concetto di integrazione scolastica – del resto – è strettamente correlato a quello di integrazione sociale.
L’integrazione deve avvenire ovunque, non solo nelle scuole!
Le nuove Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri
A marzo di quest’anno, l’Osservatorio Nazionale ha redatto un documento contenente le nuove Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni.
Questo testo, intitolato “Orientamenti Interculturali. Idee e proposte per l’integrazione di alunne e alunni provenienti da contesti migratori” è estremante dettagliato.
Affronta infatti innumerevoli problemi da non sottovalutare, primo tra tutti la resistenza da parte di molte famiglie di origine straniera ad accettare una scolarizzazione ritenuta precoce.
Non da meno sono le evidenti difficoltà di inserimento autonomo dei rifugiati in un sistema scolastico e la tardiva esposizione alla lingua italiana che limita la fondamentale interazione sociale con i bambini della comunità.
Inclusività e integrazione non sono solo concetti da insegnare ma uno scambio privo di prevaricazione che inizia con la formazione e favorisce comunicazione e condivisione.