La tradizione industriale bolognese ha origini remote e travagliate.
Dopo il predominio del settore serico, il crollo repentino della sua più grande fonte di guadagno getta la città in una profonda crisi economica e sociale.
Con l’arrivo di Napoleone Bonaparte la Corporazione della Seta viene ufficialmente abolita e gli operai si ritrovano all’improvviso senza sostentamento.
Ma Bologna non crolla, Bologna non desiste, si accascia forse ma si riprende con sempre più forza.
Si sviluppa così, nei primissimi anni del ‘900, il reparto industriale dedicato all’automazione meccanica, ancora oggi uno dei più grandi vanti bolognesi.
ACMA: l’impresa madre dell’automazione meccanica bolognese
Dopo il crollo dell’industria della seta, Bologna attraversa un momento particolarmente buio.
Strade sporche, condizioni igieniche precarie e gravi malattie, contribuiscono a gettare ombra sulla florida immagine di una Bologna ricca e culturalmente variegata.
Una parentesi tetra che la pervade solo fino a quando la naturale capacità di realizzare meccanismi complessi insita nei bolognesi, non contribuisce a sollevarla di nuovo.
L’impresa madre dell’automazione meccanica bolognese è sicuramente ACMA, nata all’inizio del ‘900 con lo scopo di confezionare le bustine di Idrolitina.
Con lei, entra a gamba tesa nella storia industriale bolognese, uno dei più grandi progettisti della nostra cultura: Bruto Carpigiani.
Bruto Carpigiani , ispiratore di una progenie di tecnici e imprenditori del comparto industriale odierno, fu responsabile tecnico di ACMA dal 1927 al 1945.
A lui si deve l’organizzando un vero e proprio ufficio tecnico di progettazione, decisivo nella produzione di nuove macchine.
Il grande spirito di innovazione nato durante l’ evolversi del settore serico prosegue e si alimenta grazie al suo genio.
Carpigiani è il responsabile della realizzazione di una delle produzioni più importanti dell’intero reparto di automazione meccanica: la Ruota a Zeta, un meccanismo capace di trasformare il moto circolare continuo in rettilineo alternato.
La vera innovazione della Ruota a Zeta è la possibilità di variare soste e movimenti in modo preordinato dal progettista, in base alle esigenze di utilizzo.
L’automazione meccanica e i suoi innovatori: Otello Cattabriga
Bologna è da sempre pervasa da un grande spirito di innovazione, supportato e alimentato dal fondamentale ruolo della formazione tecnica e dall’amore per la cultura industriale.
Proprio per questo motivo, in concomitanza con Bruto Carpigiani, Bologna gode del genio di Otello Cattabriga, che brevetta nel 1927, la Motogelatiera.
La Motogelatiera è un sistema di lavorazione del gelato artigianale, dotato di una spatola meccanica che imita in modo automatico l’esecuzione manuale.
Grazie a questa invenzione Cattabriga diventa brevemente celebre in tutto il mondo.
La Motogelatiera, ancora in uso, consente la produzione di un gelato più asciutto e mantecato, mantenuto da processi di refrigerazione rivoluzionari.
Il reparto dell’automazione meccanica continua, tutt’oggi, a evolversi e a progredire, dimostrando l’importanza del settore industriale bolognese.